Nell’ultimo anno, l’Italia ha visto un notevole aumento nell’adozione delle “scatole nere” per le auto, con 9,9 milioni di veicoli equipaggiati, rappresentando il 21,5% del totale. Tuttavia, dietro questa crescente tendenza, si nascondono alcune problematiche legate alla privacy e alla divergenza tra le scatole nere introdotte dalle compagnie di assicurazione e quelle imposte dall’Unione Europea. È tempo di fare chiarezza su questo argomento delicato.
Cos’è la Scatola Nera?
La “scatola nera,” nota anche come “black box” o EDR (Event Data Recorder), è un dispositivo che registra e raccoglie dati cruciali per la ricostruzione degli incidenti stradali, come velocità, spostamenti, accelerazione, decelerazione, posizione e inclinazione del veicolo. Molte compagnie di assicurazione hanno incentivato gli automobilisti ad accettarne l’installazione, spesso offrendo sconti sul premio assicurativo. Tuttavia, le scatole nere obbligatorie dell’UE devono rispettare specifici parametri.
Il Regolamento UE
Il Regolamento UE 2019/2144 ha stabilito l’obbligo di installare la “scatola nera” nelle auto di nuova omologazione a partire dal 6 luglio 2022. Questo obbligo sarà esteso a tutte le auto di prima immatricolazione a partire dal 7 luglio 2024. Nel 2029, entrerà in vigore anche per i mezzi pesanti. Per le auto già in circolazione, il Regolamento UE non ha introdotto alcuna modifica, lasciando ai proprietari la decisione di installare o meno una “scatola nera” in accordo con la propria compagnia di assicurazione.
Obbligatoria e Non: le Differenze
Le differenze tra le “scatole nere” dell’UE e quelle fornite dal mercato sono significative. La scatola nera obbligatoria dell’UE deve essere predisposta direttamente dal costruttore dell’auto, mentre quella fornita dalle compagnie di assicurazione viene installata successivamente sul veicolo.
Inoltre, la scatola nera obbligatoria non può essere rimossa, mentre i dispositivi forniti dalle assicurazioni possono essere disinstallati, sebbene ciò sia vietato dalle norme. L’articolo 145 bis del Codice delle assicurazioni private afferma chiaramente che le risultanze del dispositivo sono considerate prove in caso di incidente, a meno che la parte coinvolta dimostri il malfunzionamento o la manomissione del dispositivo.
Dubbi e Prospettive
L’applicazione delle norme stabilite dal Regolamento UE presenta alcune sfide. Attualmente, è possibile che alcuni veicoli circolino con due “scatole nere,” e non è da escludere che le aziende automobilistiche chiedano ai clienti il permesso di condividere i dati con terze parti, come le compagnie di assicurazione. La questione della privacy e della gestione dei dati rimane al centro del dibattito su questo tema in evoluzione.
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