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Internet è spesso percepito come qualcosa di immateriale, “nell’aria”. Eppure, ogni volta che mandiamo una mail, guardiamo un video su YouTube o effettuiamo una ricerca su Google, viene attivata una complessa infrastruttura fatta di server, data center e reti di trasmissione che, nel loro insieme, consumano enormi quantità di energia.

🌍 Un mondo sempre più connesso (e affamato di energia)

Nel 2024, il numero di utenti connessi a Internet ha superato i 5,4 miliardi. Ogni giorno vengono scambiati trilioni di dati, con una crescita esponenziale favorita dall’uso massiccio di piattaforme video, intelligenza artificiale e servizi cloud. Ma qual è il prezzo energetico di tutto questo?

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), l’intero ecosistema digitale globale ha consumato circa 1.100 TWh nel 2023, pari a circa il 4% della domanda elettrica mondiale. Una quota destinata a salire, soprattutto a causa della diffusione dell’AI e dei data center.

🏢 I data center: il cuore (energivoro) del digitale

I data center sono le fabbriche dell’informazione. Ospitano milioni di server, operativi 24 ore su 24, raffreddati da sofisticati impianti di climatizzazione. Solo loro rappresentano il 2-3% del consumo energetico globale.

  • Ogni singola richiesta a un motore di ricerca o a un assistente vocale genera un consumo minimo, ma se moltiplicato per miliardi di interazioni quotidiane, il totale diventa impressionante.

  • L’esecuzione di modelli di intelligenza artificiale, come quelli generativi, ha costi energetici significativamente più elevati rispetto a operazioni digitali tradizionali.

Un esempio concreto: si stima che l’addestramento di un grande modello linguistico possa consumare fino a 1 GWh, pari al consumo annuo di centinaia di abitazioni.

📺 Streaming e video: tra i principali responsabili

I contenuti video ad alta definizione, accessibili in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo, rappresentano circa l’80% del traffico Internet globale. Non solo richiedono potenza di calcolo nei data center, ma generano anche flussi costanti di dati attraverso le reti di distribuzione.

Guardare un’ora di video in streaming HD può consumare tra 0,1 e 0,4 kWh, a seconda della piattaforma, della rete e del dispositivo utilizzato.

🔌 E l’efficienza?

Fortunatamente, non mancano i segnali positivi. I maggiori operatori del web stanno investendo in data center alimentati da fonti rinnovabili, con tecnologie di raffreddamento più efficienti e server sempre più performanti. Alcuni esempi:

  • Google, Amazon e Microsoft hanno annunciato obiettivi “net zero” entro il 2030.

  • Le tecnologie di raffreddamento a liquido o tramite immersione stanno riducendo i consumi legati al condizionamento.

Tuttavia, la crescita della domanda sta ancora superando i guadagni in efficienza.

🧠 Intelligenza artificiale: potenziale e costi

L’AI è al centro del dibattito. I suoi benefici sono indiscutibili, ma le sue esigenze energetiche lo sono altrettanto. Algoritmi sempre più sofisticati richiedono infrastrutture enormi per essere addestrati e mantenuti.

È quindi cruciale sviluppare AI più “leggere” ed efficienti, che offrano prestazioni elevate con un minore impatto energetico.

🌱 Come possiamo ridurre l’impatto?

Chiunque può contribuire a ridurre il peso energetico del digitale con piccoli gesti:

  • Preferire lo streaming a bassa risoluzione quando non necessario.

  • Scaricare i contenuti per vederli offline.

  • Evitare di inviare allegati troppo grandi via email.

  • Archiviare i dati in modo più razionale, evitando il “digital clutter”.

  • Scegliere servizi digitali che dichiarano trasparenza energetica o uso di energia green.

In sintesi

Internet è una delle invenzioni più rivoluzionarie della storia moderna, ma ha un impatto energetico reale e crescente. Comprendere i suoi consumi è il primo passo per renderlo più sostenibile. Il futuro del digitale passa anche da scelte consapevoli, sia a livello di infrastrutture che di utenti.

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